
L’Italia non deve partecipare alle Olimpiadi di Pechino.
I Giochi Olimpici sono bagnati del sangue dei tibetani. A Lhasa sono morte almeno 100 persone, alcune bruciate vive. Protestavano nell’anniversario della sanguinosa repressione cinese del 1959.
Il buddismo non è una religione di conquista, non ha causato stragi secolari come le religioni monoteiste. Il buddista può essere ucciso, ma non uccide. Il governo cinese minaccia nuove stragi se i tibetani non cesseranno le manifestazioni entro lunedì. Li minaccia a casa loro, in una nazione occupata. Minaccia un popolo costretto in gran parte all’esilio. Di cui ha distrutto i monasteri. Di cui vorrebbe cancellare l’identità con una immigrazione selvaggia.
I tibetani sono uno dei popoli più pacifici della terra. Da decine di anni è in atto nei loro confronti un piccolo olocausto dagli occhi a mandorla, ma l’Occidente volta sempre la testa dall’altra parte.
Bertinotti non ha voluto ricevere il Dalai Lama in visita in Italia lo scorso autunno. E’ stato trattato come un paria, prima gli affari, poi i diritti civili.
Gli atleti italiani rinuncino alle Olimpiadi.
Le Olimpiadi di Pechino non si possono celebrare sui massacri di Lhasa. Per ogni finale olimpica, per ogni premiazione ci sarà il ricordo di un tibetano assassinato e di una Nazione stuprata sotto gli occhi indifferenti del mondo.
Il Dalai Lama è un uomo buono, aperto, disponibile, ma assolutamente determinato a restituire la libertà al suo popolo.
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“Solo la Santanchè, tra i candidati premier, ha il coraggio di lanciare il boicottaggio delle Olimpiadi in Cina. Gli altri tacciono, perché gli affari contano più di diritti e valori”. E’ quanto dichiara il segretario nazionale de La Destra, Francesco Storace.
Oggi ti voglio ancora bene ancora di più Daniela!!!
NO ALLE OLIMPIADI DI SANGUE
Maurizio Brugiatelli
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