Anzio, città da radici profonde.

Anzio, città dalle radici profonde.
Nell'antichità Antium venne assorbita nello stato romano.
La città ospitò Cicerone quando, tornato dall'esilio, vi riorganizzò i resti delle sue biblioteche, desiderando metterli in un posto sicuro. I romani più eminenti vi costruirono bellissime ville in riva al mare. Gli imperatori della dinastia Giulio-Claudia la visitavano frequentemente e Mecenate vi possedeva una villa.
Ad Antium nacquero gli imperatori Caligola e Nerone.
Quest'ultimo fondò una colonia di veterani in città e costruì un nuovo porto, le cui rovine sono tuttora esistenti.
Nei primi del novecento, Anzio acquistò le connotazioni
di un elegante centro balneare, meta di soggiorno di alcune note famiglie dell'aristocrazia e dell'alta borghesia romane.

venerdì 11 gennaio 2008

DA LA DESTRA NEWS

AN all’inseguimento di Storace

Sapevo che sarebbe stata la strada giusta, non quella più comoda, non quella più conveniente certo, ma quella più giusta. Ma sinceramente non mi sarei aspettato che a soli 2 mesi dall’Assemblea costituente de “La Destra”, a soli 2 mesi dalla calorosa (e per nulla scontata) partecipazione di Silvio Berlusconi a qull’evento, a soli 2 mesi dall’adesione al nuovo Movimento di donne come l’On. Daniela Santanchè e di tanti e tanti altri italiani, a soli 2 mesi dai primi passi del nuovo partito sul territorio e dall’apertura delle nostre prime sedi, il successo del progetto politico di Francesco Storace e Teodoro Buontempo fosse già così chiaro, così limpido, così grande per dimensioni e significato.

Sapevo, perché lo sentivo, che in Italia c’era bisogno di “rifondare la destra”, di riprendere un cammino, di ritornare non solo all’orgoglio dell’appartenenza, ma soprattutto di ritornare a rappresentare una comunità, una politica, una cultura di cui, specie in questi tempi, il nostro Paese non poteva fare a meno per rimettersi in cammino, per ritrovare la speranza nel futuro. Lo sapevo, lo “sentivo”.

Ma credevo ci sarebbe voluto del tempo per ottenere qualche risultato. Invece mi sbagliavo. Non solo “La Destra”, a poche settimane dalla sua fondazione, è stata motore di un crescente consenso in una larga parte dell’opinione pubblica ma, addirittura, la stessa Alleanza Nazionale, dopo aver registrato il fallimento totale della propria linea politica, la linea “modello Partito Popolare Europeo” per intenderci, imposta negli ultimi anni a tutto il partito dal suo Segretario nazionale, ha improvvisamente cambiato rotta nel tentativo un po’ “mal-destro” di fare proprie, quasi fotocopiandole (leggere per credere!), le posizioni, le istanze, i progetti e i programmi de “La Destra” e di “Gioventù Italiana” la sua organizzazione giovanile.

Dovremmo dunque rammaricarci, indignarci, protestare per questo? No, ne siamo sinceramente felici, perché anche questa sterzata a destra (in verità un po’goffa come tutte le cose indotte e non autenticamente sentite) la consideriamo già come una nostra prima vittoria. Certo, si aprirà inevitabilmente qualche problema di credibilità della classe dirigente di AN nel momento che questa, da qui a poco, inviterà il partito ad assumere su molti temi posizioni addirittura opposte a quelle così tenacemente sostenute solo fino a 6 mesi fa, ma questo è un problema di serietà e di coerenza che riguarda Gianfranco Fini, non certo Francesco Storace.

Infatti, il punto vero in tutta questa vicenda, è proprio Gianfranco Fini, costretto, ancora una volta per mero opportunismo politico, a riaffermare oggi cose in cui probabilmente non ha mai creduto; e questo per la semplice ed elementare considerazione che l’orgoglio dell’appartenenza ad una storia, in un leader politico, c’è o non c’è, non può essere oggetto di trattativa, di scambio o di calcolo; la coerenza, la fedeltà a Valori e a principi ideali o la si considera fondamento della propria azione politica sempre o così non lo è mai; cose come queste non possono essere elemento di compromesso sistematico, di valutazioni momentanee e opportunistiche.

Auguri, dunque, ad Alleanza Nazionale per il suo futuro, ma con un’ultima avvertenza: per portare fino in fondo “la svolta” Fini richiami un po’ i suoi dirigenti locali e dica loro almeno di astenersi dal mettere, come accaduto in Veneto, le loro segretarie ai vertici di importanti società finanziarie regionali. Anche questi comportamenti, mi pare, non sono molto in linea con una seria politica di destra.


Paolo Scaravelli – Portavoce Veneto de “La Destra”

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