Anzio, città da radici profonde.

Anzio, città dalle radici profonde.
Nell'antichità Antium venne assorbita nello stato romano.
La città ospitò Cicerone quando, tornato dall'esilio, vi riorganizzò i resti delle sue biblioteche, desiderando metterli in un posto sicuro. I romani più eminenti vi costruirono bellissime ville in riva al mare. Gli imperatori della dinastia Giulio-Claudia la visitavano frequentemente e Mecenate vi possedeva una villa.
Ad Antium nacquero gli imperatori Caligola e Nerone.
Quest'ultimo fondò una colonia di veterani in città e costruì un nuovo porto, le cui rovine sono tuttora esistenti.
Nei primi del novecento, Anzio acquistò le connotazioni
di un elegante centro balneare, meta di soggiorno di alcune note famiglie dell'aristocrazia e dell'alta borghesia romane.

domenica 4 maggio 2008

Parleremo al popolo del Pdl da www,storace.it


di Francesco Storace

2 Maggio 2008 alle 00:15
Bassi scrive:
Senatore, personalmente c’è solo una critica che mi sento di farLe. Ho letto il suo libro-intervista nel quale dichiarava che Berlusconi è l’erede di Almirante per la sua capacità di parlare alle folle e di tenere assieme la destra italiana. Pensavo dunque che la sua concezione del Cavaliere fosse pienamente positiva. Poi è arrivata la campagna elettorale, la mancata alleanza e tutto quanto. In un comizio a Brescia la Santanchè ha dichiarato di essere “equidistante da PD e PDL”. Mi chiedo: non è stato poco saggio fare una campagna elettorale contro Berlusconi proprio al momento di maggiore popolarità, per poi ricordarsi che il nemico è a sinistra solo a giochi conclusi? Chiariamo una volta per tutte se questo partito è nato per interpretare una corrente più radicale in una CdL che ora non c’è più, o per rifare l’MSI e tenersi ancora “splendidamente isolati”. Buona Destra.
Ieri tra i tantissimi post che questo blog riceve quotidianamente, c’era questo che leggete qui sopra e che merita una risposta seria. Perche’ il suo autore pone una questione reale che non si puo’ ignorare.
Il riferimento e’ al nostro rapporto con Silvio Berlusconi e trae spunto dal libro intervista di Gerardo Picaro “Destra per sempre”. E’ vero, noi non siamo nati “contro” Berlusconi. E solo chi e’ accecato non capisce quanto sia forte il paradosso in cui siamo stati costretti ad operare dalla Costituente di novembre ad oggi. La Destra, alla sua fondazione – e piu’ ancora alla sua costituente – nasceva come formazione politica lealista nei confronti del leader contro le manovre di palazzo all’interno della Casa delle Liberta’. Poi, caro Bassi, e successo di tutto. Berlusconi ha ceduto al ricatto di Fini. Noi chiedevamo semplicemente di poter combattere con lo schieramento alternativo alla sinistra con il nostro simbolo, non volendo confluire in quella che e’ nata – il Pdl – come la sezione italiana del Partito popolare europeo. Volevamo lo stesso trattamento riservato alla Lega, al Mpa di Raffaele Lombardo e che si stava per riservare persino alla Dc di Pizza: ovvero preservare i loro simboli a fianco di quello di Berlusconi. Ci e’ stato impedito e la storia ha preso un’altra piega. Probabilmente ci si voleva fare annegare nel mare indistinto di candidature imbarazzanti – ho citato piu’ volte qulla di Lamberto Dini, ma e’ solo un triste esempio – si voleva evitare l’espressione autentica di una forza popolare che rapresentasse valori e scomodita’ piu’ che potere. Ci si e’ detto, in buona sostanza: “O questo o niente”. Abbiamo preferito niente, anche se e’ costato un gruzzolo di carriere parlamentari e una campagna elettorale caratterizzata dalla nuova ideologia del voto utile…. Ma e’ anche evidente che noi su questo fronte stiamo e non su quello opposto. Noi non siamo l’Udc che ha due forni tra cui scegliere, anche se con ambizioni assolutamente modeste. Siamo di destra, siamo la Destra, siamo alternativi alla sinistra e non ne soffriamo se non possiamo allearci con chi e’ all’opposto di noi per cultura: non ne soffriamo perche’ e’ una nostra scelta di vita. Ma e’ evidente – e qui Bassi ha ragione – che non possiamo non porci la questione politica del domani. E su questo cominceremo a riflettere giovedi’, alla riunione del comitato politico nazionale allargata ai portavoce regionali. Abbiamo lanciato un segnale con le elezioni di Roma proprio a quelli come Bassi: la “ricucitura” e’ con il popolo del centrodestra, prima ancora che con l’apparato del Pdl, e’ con quelli che in tutta Italia ci hanno confidato che avrebbero votato per la Santanche’ se non ci fosse stata la frottola del voto utile. Se a Roma avessimo agito diversamente, avremmo commesso il piu’ grande degli errori politici. Poco importa se Alemanno va dicendo che la Destra non sara’ in giunta: figuriamoci se e’ quello il nostro problema, ancora non ha capito nulla di noi. Noi siamo impegnati in una grande battaglia politica per impedire la morte delle idee e la prevalenza di una politica finalizzata solo al buon andamento – quando ci riesce e se ci riesce – dei conti pubblici. E su questo ci misureremo in ogni occasione elettorale, nelle forme che la fantasia ci offrira’. Non basta il simbolo a rappresentare l’esigenza di quell’Italia profonda di vedersi tutelata e che vogliamo interpretare? Ci eserciteremo con ogni fantasia anche con liste civiche di netta riconoscibilita’, come quella che ho chiesto a Nello Musumeci di varare a Catania.
Quando una forza politica totalizza in pochissimi voti appena duecentomila voti in pochi mesi dei quattro partiti messi assieme dalla sinistra radicale – con il.loro carico di presidenti della Camera, ministri e sottosegretari – ha compiuto un miracolo. Ma a quella gente che ci ha seguito nonostante tutto, dobbiamo offrire una prospettiva politica. La Destra non puo’ accontentarsi di non contare. Contera’ senza abiure, perche’ non ce n’e’ bisogno. Lo diro’ anche a Berlusconi. Dopo che avra’ formato il governo….

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