

“LA DESTRA: BUONOCORE, QUELLA EXTRAPARLAMENTARE SI FRANTUMA
(ANSA) - ROMA, 20 LUGLIO 2008 - ‘La Destra di Storace segue fatalmente il destino di tutte le destre extraparlamentari, dal dopoguerra ad oggi: si isolano e si frantumano inesorabilmente davanti alla realtà’ della politica’. Lo ha dichiarato Luciano Buonocore, segretario nazionale di Destra Libertaria, movimento politico confluito nel PDL. ‘Le dimissioni di Storace - continua Buonocore - e i giochi di potere per la lotta alla Segreteria Nazionale, come era prevedibile, sono esplose oggi ad Orvieto all’interno de La Destra’.
‘Noi che abbiamo abbandonato Storace al suo inevitabile destino, già’ prima del risultato delle ultime politiche - afferma ancora Buonocore - proseguiremo, coerentemente, con il nostro impegno politico e culturale all’interno della Pdl, certi che questa e’ l’unica via politica per far rivivere i valori della cristianita’, di occidente e oriente e della Destra italiana’. (ANSA).
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Egr. Signor
Luciano BUONOCORE
Ella è poco informato o male informato o non informato affatto.
Il nostro Segretario Nazionale Francesco STORACE non si è affatto dimesso, come è stato più volte ribadito dal nostro stesso Presidente Teodoro BUONTEMPO.
In ogni caso noi militanti, dirigenti, iscritti tutti de LA DESTRA (unica VERA DESTRA ITALIANA non asservita alle logiche di potere) preferiamo centomila volte essere destra extraparlamentare insieme a Buontempo e Storace, poter scendere liberi in piazza e poter guardare in faccia gli italiani, piuttosto che essere al servizio del potente di turno come i fatti dimostrano essere Ella insieme ad un manipolo di schiavi berlusconiani.
Oggi più che mai i nostri vessilli e le nostre bandiere sventolano al vento della VERA DESTRA e noi militanti e dirigenti siamo, oggi più di ieri, fieri ed orgogliosi della nostra scelta, possiamo gridare, senza temere di essere contraddetti, di non esserci venduti e svenduti per un piatto di lenticchie. Ella questo invece non potrà mai farlo e sarà sempre più costretto a vivere all’ombra del potente di turno, come lo schiavo vive delle elemosina del suo padrone.
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