Roma - La condanna del Csm è dura, esemplare: una censura per Luigi De Magistris, che sarà trasferito da Catanzaro e non potrà più fare il pm. Unica, piccola, consolazione per il magistrato: respinto il trasferimento cautelare urgente, richiesto a settembre dall’allora ministro Clemente Mastella. Per applicare la sanzione disciplinare con il cambio di sede e funzione, si aspetterà l’esito di un probabile ricorso del pm e la pronuncia delle Sezioni unite della Cassazione. Il Csm è deciso ad accelerare i tempi al massimo, ma possono passare almeno 5-6 mesi. Intanto, a De Magistris non rimane nessuna delle inchieste delicate, a cominciare dalla Why Not con Mastella e Romano Prodi come indagati.
La decisione, presa all’unanimità dalla sezione disciplinare del Csm, per il pm è «profondamente ingiusta, totalmente inaccettabile». Dopo 4 ore sulle spine, durante la Camera di Consiglio, De Magistris è amareggiato e preannuncia che utilizzerà «ogni strumento per dimostrare la correttezza» del suo operato. «Il Csm ha scritto una pagina ingiusta - dice -nei confronti di un magistrato che non ha fatto altro che applicare sempre l’articolo 3 della Costituzione: ogni cittadino è uguale di fronte alla legge».
Ma c’è un altro articolo della Costituzione che, per il Pg della Cassazione (rappresentante dell’accusa al Csm), De Magistris non ha rispettato. Quello che dice: i giudici sono soggetti soltanto alla legge. Nella sua tagliente requisitoria Vito D’Ambrosio sostiene che «interpreta in modo errato e distorto» il suo ruolo, come una «missione» più che come «un mestiere». E non è questo «modello» di magistrato che disegna la Carta e che serve alla «democrazia ordinaria». Il Pg fa riferimento ad una nuova situazione nata nell’ultima settimana e il pensiero va subito alla bufera giudiziaria sui coniugi Mastella e alle accuse politiche al Csm perchè non sia corporativo e riconduca nei ranghi le toghe che travalicano i loro poteri. È certo un caso ma D’Ambrosio usa proprio la frase pronunciata da Mastella dando le dimissioni alla Camera: «Un magistrato è soggetto solo alla legge, ma almeno a quella».
di Anna Maria Greco - sabato 19 gennaio 2008,
Nessun commento:
Posta un commento