Anzio, città da radici profonde.

Anzio, città dalle radici profonde.
Nell'antichità Antium venne assorbita nello stato romano.
La città ospitò Cicerone quando, tornato dall'esilio, vi riorganizzò i resti delle sue biblioteche, desiderando metterli in un posto sicuro. I romani più eminenti vi costruirono bellissime ville in riva al mare. Gli imperatori della dinastia Giulio-Claudia la visitavano frequentemente e Mecenate vi possedeva una villa.
Ad Antium nacquero gli imperatori Caligola e Nerone.
Quest'ultimo fondò una colonia di veterani in città e costruì un nuovo porto, le cui rovine sono tuttora esistenti.
Nei primi del novecento, Anzio acquistò le connotazioni
di un elegante centro balneare, meta di soggiorno di alcune note famiglie dell'aristocrazia e dell'alta borghesia romane.

lunedì 14 gennaio 2008

da: www.storace.it

OGGI STORACE A “PORTA A PORTA”

Il segretario nazionale de La Destra, Francesco Storace, stasera sarà ospite di Bruno Vespa, a Porta a Porta (RaiUno). La trasmissione andrà in onda alle 23.20.

Si parlerà di rifiuti, con Paolo Bonaiuti, portavoce di Silvio Berlusconi, Vincenzo De Luca, sindaco di Salerno, Roberto Barbieri, presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti, e altri numerosi ospiti.

Nel corso della puntata, sarà effettuato un collegamento in diretta da Pianura e si affronterà, tra l’altro, anche il tema dei danni alla salute causati dai rifiuti.

Insomma, una puntata da non perdere, nel corso della quale Francesco Storace ribadirà la posizione de La Destra sull’emergenza-rifiuti, causata dalle politiche di un centrosinistra incapace di governare, a livello locale come sul piano nazionale.

Quando il bullismo viene dai giovani zingari



A fronte di continue vessazioni ed azioni di bullismo da parte di alcuni giovani sinti (nomadi più comunemente conosciuti come zingari) il consigliere comunale di Rovereto e portavoce della regione Trentino, Marco Zenatti, ha presentato una interrogazione comunale.
INTERROGAZIONE

Alcuni giorni orsono, esattamente il 9 gennaio u.s., è apparsa la notizia relativa a “due quindicenni sinti del campo nomadi dei Lavini di Marco” che avrebbero compiuto un atto di incivile e vigliacca prepotenza nei confronti di un coetaneo su un autobus di linea.
Si riporta che il ragazzo, vittima dell’aggressione, è “stato tormentato, deriso ed umiliato” e che i due “bulli” sono “accusati di minacce e violenza privata”.
Oltre al giudizio di totale condanna prima civica che penale del barbaro episodio che dimostra come il percorso di integrazione di questi soggetti sia ancora estremamente lungo, semmai è iniziato: vengono immediate due considerazioni:
- plauso alle Forze dell’ordine per non aver sottostimato l’accaduto, ma anzi per l’aver individuato i colpevoli;
- sbigottimento, sdegno ed incredulità per il fatto che questo atto di violenza, realizzato su di un mezzo pubblico, molto affollato nell’ora di punta, non ha visto nessuno dei molti presenti, compreso l’autista, dare soccorso alla vittima e contrsastare i giovani delinquenti. Tutto ciò la dice lunga sul senso di vera solidarietà e di intimidazione che c’è in Città.
Richiamando:
che il campo nomadi costa annualmente, per la sua gestione e manutenzione, alle casse comunali alcune centinaia di milioni di vecchie lire;
che il Regolamento dell’area di sosta zingari di Rovereto prevede il necessario rispetto di alcune norme per avere l’autorizzazione alla sosta;
che tra questi requisiti si prescrive (all’art.2) il mantenimento di buona condotta e (all’art.5) l’obbligo che il capo famiglia osservi l’impegno di vigilare sui minori;
che, soprattutto, (all’art.9) le famiglie dovranno assicurare “ai minori presenti nei nuclei familiari quelle condizioni di vita tali da garantire l’equilibrato sviluppo fisico, psichico e morale”.
Nell’auspicata comune considerazione che i doveri prescritti sono stati clamorosamente disattesi e che non deve essere tollerata alcuna impunità nei confronti di simili, odiosi atti di violenza verso le persone, si chiede:
- se quanto riportato dalla stampa corrisponde a verità;
- se il competente Servizio Attività Sociali del Comune ha prodotto un’idonea relazione;
- se - visto l’art. 6 del Regolamento citato - constatando il venir meno dei requisiti richiesti per l’autorizzazione alla sosta, l’Amministrazione intende revocare la stessa autorizzazione alle famiglie dei citati bulli violenti;
- se si condivide la necessità di stroncare sul nascere simili fenomeni, con atti significativi ma forse gli unici a disposizione per prevenire ulteriori e peggiori atti di violenza.

Marco Zenatti, consigliere comunale e portavoce del Trentino

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. Il Bullismo ci riguarda!
Con triste regolarità la cronaca testimonia le drammatiche conseguenze che possono
derivare dal bullismo e la necessità di valutare i comportamenti di prevaricazione non
solamente in base alla percezione o all'intenzionalità di chi li agisce, ma soprattutto
considerando le conseguenze per chi li subisce.

La scuola conferma la sua importante funzione educativa e di socializzazione, in
particolare nella costruzione dell'autostima e nello sperimentare ed acquisire abilità sociali.
Non tutti gli episodi di bullismo avvengono all'interno della scuola, ma essa
è l'ambiente dove più facilmente si possono contrastare e prevenire.
E' fondamentale non considerare il bullismo come un fatto attinente soltanto
alla sfera privata dei soggetti coinvolti, ma riportarlo con forza e decisione in
una logica in cui prevalga la responsabilità condivisa.

Anche se i singoli episodi di prepotenza coinvolgono pochi bambini o ragazzi,
il bullismo è sostanzialmente un fenomeno sociale che coinvolge il gruppo
dei pari e la comunità di appartenenza, pertanto la sua riduzione deve passare
anche attraverso il rafforzamento della cultura della legalità e della responsabilità,
individuale e collettiva.

Tutti gli adulti di riferimento di bambini e ragazzi hanno la responsabilità
di attivarsi, ognuno nel proprio ruolo e compito educativo.