Anzio, città da radici profonde.

Anzio, città dalle radici profonde.
Nell'antichità Antium venne assorbita nello stato romano.
La città ospitò Cicerone quando, tornato dall'esilio, vi riorganizzò i resti delle sue biblioteche, desiderando metterli in un posto sicuro. I romani più eminenti vi costruirono bellissime ville in riva al mare. Gli imperatori della dinastia Giulio-Claudia la visitavano frequentemente e Mecenate vi possedeva una villa.
Ad Antium nacquero gli imperatori Caligola e Nerone.
Quest'ultimo fondò una colonia di veterani in città e costruì un nuovo porto, le cui rovine sono tuttora esistenti.
Nei primi del novecento, Anzio acquistò le connotazioni
di un elegante centro balneare, meta di soggiorno di alcune note famiglie dell'aristocrazia e dell'alta borghesia romane.

sabato 24 maggio 2008

Riflessioni


RIFLESSIONI


La sbornia elettorale finirà con le ferie estive. Verso il 15 di settembre, quando avremo fatto il bilancio di chi è andato in ferie e per quanto, sopratutto: tra chi aveva intenzione di far finta di riposarsi al mare e chi, a conti fatti, non ha neanche i soldi per l’ombrellone. Quando, nonostante l’estate, tra rincari e presunti benefici berlusconiani, guardandoci allo specchio: noteremo che le chiappe sono ancora chiare; solo in quel momento ci si renderà conto che le chiacchiere stanno a zero. Il Congresso a fine autunno è un buon periodo:per dare la sveglia ai rinco……ti.
Buona giornata a Noi e pessima agli altri.

NO ALLE OLIMPIADI DI SANGUE

Foto Il Dalai lama teme un ulteriore scoppio di violenze in Tibet

Il Dalai lama teme un ulteriore scoppio di violenze in Tibet



Londra, 23 mag.- Nel corso di una lunga intervista concessa oggi all’agenzia di stampa France press subito dopo il suo incontro con il primo ministro britannico Gordon Brown, il Dalai Lama ha ammesso di temere lo scoppio di ulteriori violenze se i colloqui tra la Cina ed esponenti tibetani non dovessero andare a buon fine. Secondo la massima autorità tibetana potrebbero verificarsi “non soltanto gravi manifestazioni, ma anche violenze. Altre sofferenze, altra tristezza.”

Un colloquio “informale” tra le autorità cinesi e tibetane ha avuto luogo nel sud della Cina nei primi giorni di maggio. Altri incontri sono previsti per il mese di giugno. Secondo i tibetani in esilio le vittime della repressione cinese alle sommosse di marzo sarebbero più di 200, un migliaio i feriti. Sempre secondo le stesse fonti più di 5 mila sarebbero state arrestate.