Anzio, città da radici profonde.

Anzio, città dalle radici profonde.
Nell'antichità Antium venne assorbita nello stato romano.
La città ospitò Cicerone quando, tornato dall'esilio, vi riorganizzò i resti delle sue biblioteche, desiderando metterli in un posto sicuro. I romani più eminenti vi costruirono bellissime ville in riva al mare. Gli imperatori della dinastia Giulio-Claudia la visitavano frequentemente e Mecenate vi possedeva una villa.
Ad Antium nacquero gli imperatori Caligola e Nerone.
Quest'ultimo fondò una colonia di veterani in città e costruì un nuovo porto, le cui rovine sono tuttora esistenti.
Nei primi del novecento, Anzio acquistò le connotazioni
di un elegante centro balneare, meta di soggiorno di alcune note famiglie dell'aristocrazia e dell'alta borghesia romane.

venerdì 6 giugno 2008



FAO

PANE

BOMBE

…E IPOCRISIA

Finalmente si è conclusa la tre giorni della FARSA FAO…
Cosa è stato deliberato?!?
NIENTE-NULLA.
Milioni di dollari in tre giorni buttati nel cesso, quando potevano essere investiti diversamente, non con queste riunioni da baraccone circense…
Ma come può un’organizzazione come questa che dovrebbe garantire di sfamare(questo lo scopo della sua fondazione) le popolazioni disagiate dalla scarsità di cibo e acqua, quando dirigenti interni guadagnano milioni di dollari mentre i bambini muoiono di fame…
Ma qui siamo veramente al paradosso…

Sto carrozzone divora palate di dollari al minuto, ma non per sfamare chi non può affamarsi, solo per gonfiare le tasche della solita Elite..
V E R G O G N A ! ! !

da ANSA

2008-06-05 17:37
Camera: posti in piccionaia, Mussolini guida rivolta
di Francesco Bongarrà

ROMA - Alla Camera scoppia la rivolta dei deputati dell' ultimo banco. La guida Alessandra Mussolini , che su quello scranno in 'piccionaia' che le è stato assegnato nell'Aula della Camera dal gruppo del Pdl non ci vuole proprio restare: troppo scomodo. E inscena una vera e propria protesta per cambiare posto, sostenuta dagli altri parlamentari finiti nell'ultima fila. Da oggi a Montecitorio i seggi in Aula sono definitivamente assegnati: a norma di regolamento, ogni parlamentare può votare solo dal posto con la targhetta del suo cognome che gli è stato assegnato dal gruppo a cui è iscritto. Fine del 'free seating' di inizio legislatura, che consentiva a ognuno di votare da qualunque postazione. Ma quando la Mussolini scopre il posto che le è toccato, nell'ultima fila in alto dell'Emiciclo, diventa una furia: "O ci mettete il seggiolone e magari qualche giochino per intrattenerci o qui ci mettete i ministri, i sottosegretari ed i deputati che in Aula non ci vengono mai", protesta la parlamentare del centrodestra.

"E' vero, qui è come la striscia di Gaza", le dà man forte Mario Pepe, un altro 'sfortunato' come lei confinato all'ultima fila. Il vicepresidente Maurizio Lupi allarga le braccia. "L'assegnazione dei posti non compete alla presidenza ma ai gruppi parlamentari. Comunque ne riparleremo", promette ricordando che nella scorsa legislatura il proprio posto era proprio "in piccionaia". Ma la Mussolini non demorde. Acchiappa la propria scheda, lascia il suo scranno e scende svelta al banco del governo. Lì, con gesto di sfida, inserisce la scheda in un dispositivo di votazione e si accomoda al posto vuoto di un sottosegretario. Immediata la reazione dell'Idv. "Che ci fa la Mussolini seduta lì?", chiede il capogruppo Evangelisti. Lupi invita la Mussolini a lasciare il banco del governo,facendo intendere che le si troverà un posto migliore. Ma la pasdaran del centrodestra si sposta al banco di Rosy Bindi, momentaneamente libero, e si improvvisa sindacalista dei parlamentari finiti in piccionaia: "Lì non si può lavorare; non si può votare; non si segue bene l'Aula; non si vede il dito del capogruppo che dà l'indicazione di voto; non ci si può stare. Spostateci tutti".

Dall'ultima fila, si spella le mani ad applaudire Gabriella Carlucci con altre due deputate del Pdl che le siedono accanto. Da destra e sinistra si sentono mugugni, mentre il leghista Cota sottolinea amaramente: "Con tutti i problemi che ci sono nel nostro Paese è una vergogna che si perda tempo a discutere della comodità delle poltrone in Aula". Interviene, durissimo, anche l'ex presidente della Camera Pier Ferdinando Casini: "Qui si sta finendo nel ridicolo. Il presidente imponga ai deputati di starsene nel posto che è stato loro assegnato". Parte l'applauso bipartisan, e la Mussolini torna finalmente al suo posto. Ma prima passa da Casini, e lo affronta a muso duro. "Vienici tu a sederti là sopra", sbotta. E, quando il leader dell'Udc cerca di interloquire, lo interrompe: "Ma va la! Vai a fare tu il piccione in piccionaia, vai a vedere come si sta...".

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ECCO A CHI E' ANDATO IL VOTO UTILE