Anzio, città da radici profonde.

Anzio, città dalle radici profonde.
Nell'antichità Antium venne assorbita nello stato romano.
La città ospitò Cicerone quando, tornato dall'esilio, vi riorganizzò i resti delle sue biblioteche, desiderando metterli in un posto sicuro. I romani più eminenti vi costruirono bellissime ville in riva al mare. Gli imperatori della dinastia Giulio-Claudia la visitavano frequentemente e Mecenate vi possedeva una villa.
Ad Antium nacquero gli imperatori Caligola e Nerone.
Quest'ultimo fondò una colonia di veterani in città e costruì un nuovo porto, le cui rovine sono tuttora esistenti.
Nei primi del novecento, Anzio acquistò le connotazioni
di un elegante centro balneare, meta di soggiorno di alcune note famiglie dell'aristocrazia e dell'alta borghesia romane.

sabato 31 luglio 2010

In ricordo di Don Olindo Del Donno cacciato da Fini


Fui tra i primi a notare quanto fosse simile il fiocchetto di Generazione Italia con quello di Democrazia Nazionale, paragonare però questo gruppo di finiani a coloro che 35 anni fa diedero vita a Dn è, a dir poco rocambolesco. A parte che non esiste confronto politico, tra i vari Bocchino, Granata, Briguglio, Della Vedova, Lupi, Barbareschi e la pattuglia dei Dn, Delfino, Covelli, Lauro, Graziani, Tedeschi. Confrontare un gruppo di show man con chi ha fatto la guerra vera, gli scontri nelle piazze con i “compagni”, mi sembra a dir poco imbarazzante, e lo scrivo io che non ero certo dalla parte di Democrazia Nazionale.

Ma poi mi domando chi possano essere i futuri alleati di Futuro e Libertà (ennesimo nuovo partito dell’ex leader di AN) ? Democrazia Nazionale aveva come nemici solo i missini, per il resto dialogava realmente con tutti i partiti anticomunisti, e nonostante tutto naufragò. Il partito di Fini difficilmente riuscirà ad aprire un tavolo con le forze di centro, che lo vedrebbero come un come un concorrente, e anche poco affidabile dopo i vari voltafaccia. Figuriamoci con la Destra di Storace, la sola vera destra coerente, che 3 anni fa passò come scissionista, ma poi il vero scissionista si è rivelato proprio Fini. Il solo che gli ha concretamente aperto le braccia è Di Pietro, ma non capisco in quale scenario. Notoriamente Fini, è un politico “fortunato” più che arguto, ma la dea bendata, non sempre ti assiste. A me Gianfranco Fini non è mai piaciuto e questo lo sanno bene coloro che mi conoscono. Non sono mai stato iscritto ad AN e quindi non commenterò la pagina indecorosa che si sta scrivendo questi giorni, sulla villa di Montecarlo, lasciata in eredità ad AN, dalla nobildonna romana Anna Maria Colleoni (che certamente non considerava il fascismo il male assoluto) e ora di proprietà del fratello dell’attuale compagna di Fini. Voglio invece ricordare un lontano episodio, era il 1989 quando, l’allora giovane segretario del MSI, Gianfranco Fini cacciò dal partito Don Olindo Del Donno, perché votò la fiducia ad uno dei governi Andreotti. Don Olindo Del Donno, che veniva chiamato il prete nero, è scomparso il 13 Marzo dello scorso anno, all’età di 95 anni, aderì alla Repubblica Sociale Italiana dove era cappellano militare. Fini non ha mai amato la vecchia guardia. Don Olindo era sempre rimasto fedele al Msi, ma il fatto che mantenesse amicizie (a titolo personale) con molti Dc e con chi aveva aderito a Dn lo rendeva inviso a Fini. Quest’ultimo era certamente stato imbeccato da qualcuno più navigato, e l’episodio testimonia quanto il presidente della Camera abbia sempre concesso tanta libertà d’opinione, coscienza e voto.

Maurizio Brugiatelli