Anzio, città da radici profonde.

Anzio, città dalle radici profonde.
Nell'antichità Antium venne assorbita nello stato romano.
La città ospitò Cicerone quando, tornato dall'esilio, vi riorganizzò i resti delle sue biblioteche, desiderando metterli in un posto sicuro. I romani più eminenti vi costruirono bellissime ville in riva al mare. Gli imperatori della dinastia Giulio-Claudia la visitavano frequentemente e Mecenate vi possedeva una villa.
Ad Antium nacquero gli imperatori Caligola e Nerone.
Quest'ultimo fondò una colonia di veterani in città e costruì un nuovo porto, le cui rovine sono tuttora esistenti.
Nei primi del novecento, Anzio acquistò le connotazioni
di un elegante centro balneare, meta di soggiorno di alcune note famiglie dell'aristocrazia e dell'alta borghesia romane.

giovedì 11 settembre 2008

IL NOSTRO UNICO POSSIBILE SEGRETARIO

LA PUNTATA DI IERI

DI MATRIX

CON FRANCESCO STORACE

4° PUNTATA DI MATRIX
Mercoledì 10 settembre 2008CASTA E VAFFA UN ANNO DOPO

Un anno fa due fenomeni scuotevano la vita politica e l’opinione pubblica italiana: il successo del libro inchiesta La Casta che denunciava gli sprechi e i privilegi della classe politica e il V-day di Beppe Grillo a Bologna che, pur nel silenzio dei media, fu una grande mobilitazione popolare. Da allora cosa è cambiato?Ne abbiamo parlato insieme ai nostri ospiti il giornalista e autore de La Casta Gian Antonio Stella, il direttore del Riformista Antonio Polito, Francesco Storace de La destra e il segretario di Rifondazione Comunista Paolo Ferrero.
La puntata è stata seguita da una media 1milione e 95mila spettatori con 4 Milioni e 802mila contatti.


clicca qui.
http://www.matrix.mediaset.it/index.shtml

da la destra news


11 settembre, tra affabulatori e affabulazioni: alla ricerca della democrazia perduta Segnala

Sono passati sette anni. Sette lunghi anni da quell’immane tragedia consumatasi a New York. Sette anni che hanno lasciato dietro di loro una scia indelebile di sangue. Molti hanno detto e scritto che l’11 settembre 2001 è stato l’inizio di una nuova storia dell’umanità, di un nuovo percorso per la democrazia. Una affermazione su cui si può concordare facendo comunque i dovuti distinguo. Che il Terzo millennio sia cominciato con una strage e una nuova strategia del terrore targato al Qaeda è innegabile. Ma è innegabile anche che a quella strage ne sono seguite altre in nome e per conto di concetti universali come pace e democrazia. Ben due guerre, quella afghana e quella irachena, hanno e stanno insanguinando il mondo, propagando i tentacoli su Madrid, Casablanca, Londra Sharm e Sheick. E’ il tributo che si deve pagare per una tranquillità che ancora non arriva? Certo, tutti sappiamo che la pace, da che mondo e mondo, si è costruita sui morti e sul sangue, ma per una umanità che si definisce civile non può e non deve essere così. Quel che appare chiaro ed evidente è, nonostante tutti lo neghino, uno scontro tra due civiltà, tra due mondi, tra due concezioni di vita che sembra sempre più essere giunte allo scontro finale. All’Armageddon, dove ne dovrebbe inevitabilmente restare in piedi una sola. Una vera follia. Difficile dire da che parte sia colpa e ragione. In questi casi, al di là delle solite teorie complottiste nelle quali molti amano guazzare, ognuno dei contendenti ha il proprio fardello da portare.

Ed anche questo è un fatto innegabile. Quello che diviene opinabile è l’utilizzo della guerra e del terrorismo come unica via percorribile per il raggiungimento dei propri scopi facendo leva sul concetto di pace e democrazia.

Ma cos’è realmente la democrazia? Sicuramente, per l’uomo del Terzo millennio, è un concetto aleatorio al quale ognuno dà una propria interpretazione che poi non corrisponde a quella del proprio vicino.

Lo scontro, anche violento quindi, come unico mezzo per l’affermazione delle proprie idee, dei propri principi, della propria ideologia. Non era propriamente questo quello che immaginava, duemila anni orsono un uomo che rispondeva la nome di Pericle.

In questo bailamme di sangue, morte, crisi economiche, sociali e politiche non sembrano nemmeno esserci quei margini utili a far sì che si possa rientrare nel solco di una filosofia di vita diversa da quella attuale.

Improvvisamente sembrano essere venute a mancare le basi culturali ed ideologiche di un intero mondo. Se il primato personale, se la sovra stazione, la diffamazione, il mettere alla gogna il proprio avversario, e si badi bene avversario non nemico, sono i concetti fondanti della politica e della vita quotidiana, non si capisce bene allora questi sette anni a cosa siano serviti.

Probabilmente a nulla se non ad inasprire e a cronicizzare una situazione già incandescente di per sé. Situazione che, inevitabilmente, si riflette poi sul nostro modo di vivere.

Discorsi catastrofisti a parte, sono comunque convinto che l’umanità ha sempre dimostrato di saper risorgere dalle macerie della propria storia. E’ una questione di volontà. E’ una questione di cultura. Noi, nel nostro piccolo, ce la stiamo mettendo tutta. Anche se siamo coscienti del fatto che un partito come il nostro possa dare profondamente fastidio. Essere scomodo. Lo sappiamo e sono mesi che lo diciamo a chiare lettere. Il che è anche legittimo. Ma resta comunque difficile da comprendere come ci sia qualcuno, che della democrazia, della pace, del solidarismo, dei diritti sociali e civili e, soprattutto, del dialogo dovrebbe essere campione, punti il dito accusatore solo perché il nostro essere politici riscuote comunque consenso e plauso tra la gente comune. Dare voce ai delusi, agli abbandonati dai partiti maggiori, a chi non crede più nella politica spettacolo è la nostra irrinunciabile scelta. E’ il nostro concetto di democrazia. Un concetto che, evidentemente, da fastidio a chi, invece di pensare al bene comune, cerca sempre un nemico da sfidare per nascondere il proprio annaspare nel procelloso mare di una politica sempre più casta (la legge elettorale sulle elezioni europee ne è un esempio così come la voluta cancellazione delle preferenze) e sempre più lontana dai cittadini. Ma soprattutto dal mondo reale.

Stefano Schiavi

Riflessioni dell'amico Bruno C.

A proposito di fascismo, qualcuno dovrebbe documentarsi meglio….

George Trevelyan (Storia d’Inghilterra, pag. 834):

Renzo De Felice (nel corso di una intervista televisiva):

Mordechai Poldiel (Storico israeliano): politica, quella militare e quella civile, si diedero da fare in ogni modo per difendere gli ebrei, per fare in modo che quelle leggi rimanessero lettera morta

Daniele Vicini (giornalista de l’Indipendente – 20 luglio 1993): <Ebrei e comunisti sciamano verso il Brennero, frontiera che possono varcare senza visto a differenza di altre (americana, sovietica, ecc.) (…). Polizia e carabinieri ricevono disposizioni dal Duce, chiare ed essenziali, anzi ridotte ad una sola parola: “Sorvegliare”. Non arrestare (…). Strana dittatura quella fascista. Strana democrazia quella americana.

ART.1 DELLA COSTITUZIONE IL POPOLO E' SOVRANO!!!